29 agosto 2013
In margine alla (annunciata) eliminazione dell’IMU 2013
Premesso che la materia fiscale non è il mio campo “di elezione”, pongo – alla vostra ed alla mia stessa attenzione – alcuni dubbi e riflessioni a margine delle notizie (si badi bene, non dei provvedimenti) annunciati il 27/8/13 riguardo all’IMU: non senza stigmatizzare il fatto che per mere esigenze politiche e mediatiche si mettono insieme in fretta e furia slide ed annunci “salva successiva stesura dei provvedimenti”.
Fatta la tara della iniziale soddisfazione dei contribuenti interessati,mi sorgono molti dubbi, sulle modalità e sui termini che sembrerebbero essere stati individuati per la copertura del minor gettito (non a caso già “attenzionati” dalla Commissione UE che ha detto di “voler vedere le carte”):
Secondo le anticipazioni, gran parte dei fondi per la cancellazione della 1ª rata a suo tempo sospesa, verrebbero dall’incremento dei debiti che le PA dovranno pagare nel corso del 2010 o, meglio, dal corrispondente maggior gettito IVA: in pratica, si tratta di una partita di giro che – nella mia ignoranza – mi porta però a domandarmi: da dove escono i 10 miliardi di pagamenti in più? Ossia se potevano essere restituiti subito, perchè in precedenza il pagamento era stato posto al 2014?;
Quanto alla cancellazione della 2ª rata, va innanzitutto chiarito che siamo in presenza di un mero annuncio, dato che i provvedimento (e le coperture) verrano formalizzati ad ottobre in sede di provvedimenti collegati alla Legge di Stabilità e, quindi, per avere certezze giuridiche bisognerà ancora attendere (e, tra l’altro, date le attuali fibrillazioni politiche, confidare che il Governo non cada – per le note vicende politico-giudiziarie del Senatore Berlusconi – prima di tale data).
Comunque, volendo basarci sugli annunci, i fondi per l’abolizione della 2ª rata dovrebbero provenire:
1) da un condono del 75% delle somme evase dai gestori di slot machine che ad oggi non hanno pagato alcunchè all’erario: dopo aver evaso circa 2,5 MILIARDI potranno sanare la loro posizione versando solo il 25% della somma (ca. 625 mln). Sul punto, a parte la (mia personale) profonda contrarietà etica e morale, oltre che giuridica, verso i condoni (in specie visti gli odierni destinatari), le domande che sorgono spontanee sono: perchè uno “sconto” tanto elevato”? l’importo originario era già iscritto a bilancio? e se sì, quali tagli verranno operati in conseguenza della riduzione del gettito previsto?;
2) un ulteriore taglio – cosiddetto “selettivo” – del 10% alle spese dei Ministeri, sul quale – evidentemente – poco può dirsi non sapendo dove si andrà a tagliare; anche se, a mio personale avviso, si è già giunti ad un punto in cui i tagli non potranno che incidere negativamente sul livello delle prestazioni e dei servizi resi (per esempio attraverso riduzione dei servizi al pubblico);
3) per ca. 600 mln, attraverso un “drenaggio” di fondi precedentemente stanziati e destinati ad opere pubbliche non ancora “cantierate”: in questo caso, evidentemente, si tratta di una scelta tutta politica in forza della quale si decide – nei fatti – di NON cantierare più l’opera. Solo che sarebbe opportuno dirlo apertamente indicando anche quali opere si abbandoneranno.
In conclusione, ho come l’idea che le pulsioni poitiche abbiano portato la montagna a partorire un topolino e che con la c.d. “Service Tax (dato che l’italiano non è lingua dotata di un numero di vocaboli sufficienti a battezzare una tassa…) c’è persino il rischio che quel topolino verrà a breve divorato da qualche parto ben più costoso per le nostre tasche. Qualcuno ha notato che nula si è più detto in merito all’aumento di un altro punti di IVA – PER TUTTI I CONSUMATORI – dal prossimo ottobre?
Fatemi sapere se mi ritenete troppo pessimista…
Scritto il 30-8-2013 alle ore 12:44
Anche secondo il modesto pensiero dello scrivente lo “sconto” del 75% sulle somme evase dai gestori delle slot machine appare eccessivo. Mi sfugge il motivo dell’accordata preferenza verso questa categoria di evasori (perché non verso l imprenditoria che produce beni od utilità?! ) . Parimenti incomprensibile, mi sembra, la misura del condono….posta la grave situazione di crisi economica. Secondo me non appare sensato da un lato fare donazioni ad alcuni (che peraltro non sono tra i più meritevoli) e dall altro chiedere sacrifici economici ai cittadini. Un minimo di rispetto non guasterebbe!
Scritto il 4-9-2013 alle ore 21:27
Purtroppo niente affatto pessimista ma correttamente ragionante!!!!
Quando finirà ‘sto degrado grondante demagogia che ci sta portando al baratro?
Perché non siamo capaci di reagire?
Scritto il 5-9-2013 alle ore 19:53
L’essere pessimisti implica un margine, sebbene lieve di (positiva) incertezza verso il futuro…. considerando la situazione a livello macroscopico direi che di incertezze ormai non ve ne sono. Abbiamo capito tutto….siamo in caduta libera..
Scritto il 6-9-2013 alle ore 08:25
Poi c’è la questione irpef – che in parte mi riguarda – ma forse non riguarda le fasce + deboli a pensione sociale. Il guaio è nascosto nell’articolo 12 del decreto Imu, in vigore da sabato scorso. Lì si dimezza per quest’anno “il limite massimo di fruizione” per detrarre dall’Irpef il 19% dei premi di assicurazione sulla vita, contro gli infortuni e la non autosufficienza. Se fino ad oggi quel tetto era di 1.291 euro, per il 2013 diventa 630 euro. E addirittura 230 euro dal 2014 in poi. Appena un quinto. Tra l’altro l’operazione è ancora una volta retroattiva e dunque in violazione dello Statuto del Contribuente, una legge dello Stato che impone la valenza solo per il futuro delle norme fiscali. saluti
Che cosa significa in concreto? Se fino a pochi mesi fa – nella dichiarazione dei redditi di maggio – al rigo E12 del 730 si poteva “scalare” dall’imposta sui redditi un massimo di 245 euro (il 19% del vecchio tetto), dal prossimo maggio quel rigo potrà contenere al più 120 euro. E dal 2015 appena 44 euro. Con la conseguente impennata dell’Irpef.
Scritto il 10-9-2013 alle ore 15:14
Se ragioniamo dal punto di vista delle entrate è evidente che se risparmiamo da una parte dovremo pagare di + da un altra. Il punto focale è invece la spesa che DEVE essere ridotta quanto meno per ritornare ai livelli di 20 anni fa (mi chiedo quali migliori servizi sono stati erogati a fronte del pauroso aumento del periodo?).
In azienda si nota che in periodi di crisi si riorganizza il sistema ottenendo quei risparmi in grado di risistemare il conto economico.
In quest’ottica deve rientrare l’apparato statale che però, visto che cercherà di autoprotteggersi, dovrà essere indirizzato dal potere politico.
Ovvio che non si potrà ottenere tutto subito ma è anche evidente che un programma credibile sviluppato su tempi ragionevoli dovrà ottenere facilmente il beneplacito della UE.
Scritto il 10-9-2013 alle ore 15:36
Caro Paolo, mi permetto di dissentire, sotto 2 profili:
1) rispetto al post, perchè la riduzione delle entrate di cui parli non ha nulla a che fare con condoni al 75% di gioco d’azzardo notoriamente controllato dalle mafie (1ª rata) e perchè non è giuridicamente nè eticamente corretto propalare riduzioni di imposte mediante coperture inesistenti, “che si troveranno poi” (e mi viene da ridere se cade il Governo….;
2) quanto alla tua osservazione generale, ridurre la spesa a livelli di 20 anni fa è un’affermazione tanto generica da sfiorare il qualunquismo, nella misura in cui: a) ci sono 20 anni di inflazione da scontare; b)il personale (costo risorse) sta già diminuendo nell’ordine di migliaia di unità da anni; c) le retribuzioni “non battono l’inflazione”; d) soprattutto, NESSUNO ha mai affrontato l’unico vero modo di ridurre i costi, ossia combattere corruzione ed evasione. Hai una vaga idea di quanto risorse pubbliche vengono drenate da evasori con ISEE da poveracci che RUBANO (non c’è altro termine) servizi, posti negli asili nido, ecc.?
L’apparato statale non si autoprotegge, per il semplice motivo che ha da tempo perso la propria battaglia di dignità e viene denigrato da chi evade e da chi lo sfrutta, senza contare che “sparando nel mucchio” si fa un favore alle mele marce che esistono dovunque. (e te lo dice qualcuno che NON è un dipendente pubblico.
Ed infine, l’UE ci ha già dato il compitino e noi lo stiamo debitamente adempiendo: peccato che una volta che avremo consegnato il tema, i servizi saranno peggiorati, le banche saranno salve… e noi (almeno quella parte di noi che non evade) staremo incomparabilmente peggio, in quanto privi di un wellfare che per decenni ci è stato invidiato.
Il tutto senza considerare che – se non si può ottenere tutto e subito – qualcuno, di grazia, mi spieghi perchè si deve partire dal tagliare l’unica imposta veramente locale con la quale i Sindaci finanziano i servizi alla collettività (anziani, disabili, manutenzione strade, ecc.)
Scritto il 10-9-2013 alle ore 15:58
…si certo …credibilità..ma se fossimo realisti ci verrebbe da riflettere sul fatto che non si possa pretendere credibilità da parte di estranei allorquando i primi a non crederci siamo proprio noi… I conflitti politici interni tesi unicamente a gettare discredito vicendevolmente hanno avuto come effetto solo quello di infangare gratuitamente il nostro paese…
Scritto il 10-9-2013 alle ore 18:12
Mi sembra esagerata l’accusa di qualunquismo dopo la mia affermazione generica solo perchè non è questa la sede per fare dei trattati.
Noto solo che la spesa dal 1990 al 2010 è cresciuta del 120% da € 336.478 a € 739.614 e mi chiedo se alla luce di quanto sta accadendo si debba accettare questa realtà senza metterla in discussione. Le entrate si sono adeguate ma è pacifico che sarà difficile andare oltre e la cosa è tanto grave perchè occorerebbero risorse per il rilancio.
Condono per le slot: ma certo è ridicolo accontentarsi di 715 mil. su 2.500. Io però mi ricordavo di una interrogazione parlamentare nella quale si parlava di ben 98 miliardi!! e quindi?
Corruzione ed evasione: certo bisogna fare di + anche perchè la dimensione del fenomeno mi preoccupa seriamente.
Spesa corrente/apparato statale: qui mi pare qualunquista la Sua posizione perchè ci è stato ampiamente dimostrata (dalla Casta in poi) la necessità di intervenire a prescindere.
Scritto il 12-9-2013 alle ore 12:24
Caro Paolo, mi scuso innanzitutto se sono stato involontariamente offensivo nei toni, ma: un aumento di spesa del 6% annuo (non so se depurato dall’inflazione) può sicuramente essere discusso, anche se non è travolgente in sè. Tuttavia, non è con tagli lineari d’accetta a spese ormai ridotte al lumicino o con l’eliminazione delle risorse dei comuni per assistenza trasporto pubblico ecc. Che si migliora la condizione di un Paese sempre meno meritevomente appartenente al g8.
Le entrate, poi, non si sono adeguate nè quantitativamente nè soprattutto, qualitativamente, dato che sono sempre e solo gli stessi a pagare e, infatti, si sta sbriciolando quello che una volta era chiamato il ceto medio.
La casta: scritto da due appartenenti ad un’altra casta (a proposito di stipendi e pensioni d’oro a spese dei pubblicisti-free lance schiavi v. Dati inpgi). Ok parliamone: dimezziamo parlamentari, camere, stipendi, ma che c’entra con lo stipendio di un funzionatio ministeriale, bloccato da anni, senza turn over, senza straordinari, con organici in costante ridimensionamento e con pensioni sempre più lontane e sempre più basse? Ripeto: i tagli sono cosa diversa dalla riqualificazione della spesa e, finora, la vera casta non ha nè tagliato i propri provilegi nè riqualificato la spesa. Ha, semplicemente, scaricato sui soliti noti l’emergenza
Scritto il 12-9-2013 alle ore 16:34
Osservo che ambedue esprimiamo delle considerazioni sostanzialente accettabili però con queste perdiamo di vista l’interesse generale del nostro povero paese perchè troppo settoriali.
L’appartenenza alla CE ed l’alto debito pubblico ci impongono un equilibrio tra spesa ed entrate.
Le entrate almeno per ora sono a carico dei soliti noti ormai esausti.
Conseguentemente non ci rimane che agire sulla spesa. I tagli lineari non sono una soluzione però è pur vera la necessità di porre delle regole ai singoli dicasteri.
Dal Suo profilo ho visto che si è occupato dell’organizzazione dell’apparato pubblico, mi piacerebbe quindi conoscere un suo giudizio sulla capacità del sistema di rendere i servizi che gli competono.
Può essere che vi siano funzionari con organici ridimensionati però non può negare che vi siano organici con scarso utilizzo e dirigenti in eccesso; che facciamo li spostiamo?
Dal mio osservatorio di utilizzatore posso dire che ho la sensazione che la burocrazia stia negli ultimi tempi crescendo esponenzialmente all’unico scopo di preservare funzioni ormai anacronistiche.
Scritto il 13-9-2013 alle ore 10:35
In termini macro (sia politici che economici), l’apartenenza all’UE ci impone sì alcune misure (che stiamo peraltro attuando) ma ci dovrebbe anche rendere attori delle decisioni macroeconomiche e della “elaborazione a monte” delle misure stesse. Con questo non voglio dire che bisogna fare deficit spending a go go, ma che l’economia NON è una scienza esatta e, ad esempio, esistono fior di economisti che dicono che interventi mirati di spesa pubblica – anche in deficit – possono fungere da volano per economia e consumi e, con essi, anche per il bilancio dello Stato (nella forma di imposte sui maggiori consumi). Allo stato, noi stiamo solo obbedendo agli ordini (anche perchè siamo stati scolari mariuoli in passato), ma non può essere sufficiente.
Tornando “terra terra” alle Sue riflessioni e quesiti:
1) i Dicasteri – che peraltro rappresentano una parte minimale della spesa del settore pubblico (pensi invece alle ASL) stanno subendo tagli continuativi alle spese da anni e di regole al riguardo sono pieni: tutto si può fare, ma a mio avviso arrivati a questo punto la questione diviene la qualità della spesa;
2) vi sono organici sotto dimensionati ma non mi risulta che ve ne siano in quantità statisticamente “visibili” di sovradimensionati, anche se sicuramente, ci sono “molti generali e pochi soldati”;
3)Che facciamo? Sicuramente li spostiamo (e sono state approvate da poco (ulteriori) norme in materia di mobilità e, peraltro, anche in materia di prossimi esuberi. Tuttavia la mia sensazione è che la somma algebrica non sia molto spostata sul positivo e che – peraltro – se si vogliono dare servizi alla collettività, questi sono dati dalle persone.
In sostanza, ben vengano le riqualificazioni della spesa, la lotta agli sprechi, l’informatizzazione e chi più ne ha più ne metta, ma continuo a pensare che il problema NON siano le persone che – nella gran parte dei casi – fanno il loro mestiere onestamente e, peraltro, in condizioni quasi mai agevoli.
Peraltro, qual’è l’alternativa, specialmente in un periodo di crisi: licenziamo qualche migliaio di dipendenti (alla Riva)? E poi? I costi sociali di migliaia di famiglie prive di stipendio e pensioni chi li sostiene?
Infine, tornando, dopo questo lungo giro turistico, all’IMU, tutto quello che abbiamo detto mi sembra portare ad un’unica conclusione. Se non ci sono soldi per fare tutto, mi sembra – eufemisticamente – illogico, privare di risorse i Comuni (per poi lamentarsi della qualità dei servizi) e, per di più, finanziando il tutto con sconti immorali a degli evasori fiscali di tutto rilievo. In sintesi, se i soldi ci sono nulla quaestio, ma se non ci sono non li spreco e non rinuncio ad un’entrata magari favorendo proprietari perfettamente in grado di sostenere l’onere in questione
Scritto il 13-9-2013 alle ore 11:23
Bene, mi pare siamo arrivati al punto.
Sulla vicenda IMU ha perfettamente ragione, quanto al resto si tratta di prendere coscienza che la spesa va obbligatoriamente riconsiderata in dimensione e qualità se si vogliono liberare risorse per far crescere il paese.
Il problema, mi spiace, sono anche le persone ma ovviamente non possiamo pensare a riduzioni di personale sic et simpliciter ma quantomeno, in una logica di risistemazione dell’apparato, stabilire un percorso intorno ai 5 anni al termine del quale l’apparato venga ridimensionato mettendo in piedi tutti gli ammortizzatori necessari.
Purtroppo e’ facile da dirsi!
Gli altri lettori che ne pensano?
Scritto il 13-9-2013 alle ore 20:21
Abbiamo una norma costituzionale che riguarda le direttive comunitarie che ci impone la loro immediata applicabilità….molti paesi della UE hanno invece una norma costituzionale simile alla nostra ma con la differenza sostanziale che possono decidere autonomamente di mitigarne il rigore mediante specifiche norme di attuazione. In pratica non sono completamente “sottomessi” come noi. Abbiamo lasciato mano libera al parlamento europeo di decidere per noi ….. Mi viene in mente un condominio dove l amministratore viene in casa mia a dirmi che sto spendendo troppo per i mobili …..però debbo adeguarmi perché’ ho firmato unitamente ai miei familiari un patto col quale concedo all amministratore questo potere….. Secondo Voi sono scemo o no?
Scritto il 16-9-2013 alle ore 09:38
No Michele, non sei scemo, però…. A parte che nel diritto comunitario l’attuazione delle direttive non è rimessa (come per altre fonti, tipo i Regolamenti) alla buona volontá degli Stati e noi giá brilliamo per i nostri ritardi e i nostri “errori” di recepimento, mi sembra che il punto sia un altro.
In primo luogo, se ho firmato un contratto (assunto un impegno) sarei poco serio (oltre che perseguible) se non lo tispetto.
In secondo luogo, l’esempio dei mobili non è calzante. Meglio sarebbe prendere a riferimento le mura portanti del condominio. Se io non curo la manutenzione della mia porzione, cade tutto l muro e, con esso, la palazzina…
Infine, purtroppo, noi siamo sin troppo specializzati inmitigazione del rigore e ci siamo meritati il surplus di tutela con svariati decenni di condotte di bilancio allegre.
Detto questo, e tornando all’Imu, non vedo il nesso, se non per il giusto richiamo ue che ci dice: il bilancio è comune, quindi, dato che le tue condizioni economiche non brillano, ci dici, cara italia, per cortesia, dove trovi i soldi per finanziare una riduzione delle entrate? Quesito garbato e, peraltro, doveroso: non trovi? E non hanno nenanche protestato per il condono sulle slot machines ….
Scritto il 16-9-2013 alle ore 11:46
Non concordo con la concezione secondo la quale “ho firmato un contratto e devo rispettarlo a tutti i costi” . Lo status che esisteva in precedenza è mutato e la situazione economica è sfuggita ad ogni controllo. La crisi per fattori imprevedibili ha involto molti paesi. Solo i paesi economicamente più solidi hanno “ammortizzato” il colpo. Per fare un esempio, la Polonia, entrata gia da alcuni anni nella UE, pur essendo un paese economicamente meno florido dell Italia, è riuscito nonostante tutto ad avere un trend positivo, ciò grazie ad oppurtune ed oculate scelte politiche. Prima fra tutte quella di mantenere la loro moneta. Inoltre ritengo che le modalità di reperimento delle risorse economiche sia superficiale ed irresponsabile. Tagli indiscriminati alle spese pubbliche essenziali ( ospedali ecc..) o nuove imposte dai nomi più fantasiosi dissimulano soltanto l incapacità di chi ci rappresenta. Tornando ai “mobili” intendevo dire che purtroppo, abbiamo permesso alla germania in particolare, di poter significativamente incidere questioni che riguardano scelte di politica interna. Questo è inaccettabile, prima viene l Italia e poi l Europa e non viceversa!
Scritto il 16-9-2013 alle ore 12:02
Non “a tutti i costi” ma nella piena coscienza che la rinegoziazione di clausole contrattuali può comportare penali come è giusto che sia. Nessuno ha mai puntato la pistola alla testa per far aderire l’Italia all’Unione europea (di cui peraltro è socia fondatrice) ed all’euro. Anzi, se rammenta, la Germania non ci voleva, perchè temeva, a ragione che avremmo indebolito l’euro con la nostra debolezza economica e prima ancora, politica. I Paesi che hanno “ammortizzato il colpo sono quelli che sono più forti perchè hanno una classe dirigente degna di questo nome che li ha fatti attrezzare per affrontare le sfide economiche e farli prosperare. Quei paesi dove la corruzione praticamente non esiste e un ministro si dimette se si scopre che da ragazzo ha copiato una tesi, ha presente. Da noi non basta neanche la collusione con la mafia o sentenze passate in giudicato per aver frodato lo Stato…. In sostanza, deve capire che economicamente la politica interna, semplicemente NON ESISTE. E per fortuna, visto che in caso contrario saremo ancora governati da qualcno che propone l’uscita all’euro e la svalutazione della lira! Non a caso lo stesso soggetto che impone l’eliminazione della tassa (da lui introdotta quando non metteva le mani nelle tasche degli italiani) che serve a finanziare i servizi dei comuni ai cittadini salvo non riuscirci a dire da dove si tireranno fuori i soldi. Io un’idea ce l’ho, ma penso anche lei!
Sappia, in conclusione, che visto ll livello e la performance dei nostri governanti, dire che “prima viene l’Italia” non significa nulla, se non sperare che ci vengano imposte misure di salvataggio che, altrimenti, non verrebbero assunte. Allora altro che 35% di disoccupazione giovanile, tutti alla caritas.