17 giugno 2013
Decreto del fare: separare il grano dal loglio
Ancora una volta, ci troviamo a … commentare i comunicati stampa!
Siamo sommersi da anticipazioni, illazioni e rumors su una serie di disposizioni che il Governo di uno Stato di di diritto avrebbe approvato due giorni fa e… ci dobbiamo accontentare di leggere un sintetico comunicato stampa sul sito internet di Palazzo Chigi. Ma se il testo è stato deliberato, perchè non renderlo immediatamente disponibile?
Come diceva un senatore recentemente scomparso, a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca!
Comunque, riservandomi successivi post sulle norme concrete (quando saremo ritenuti degni di conoscerle) intanto segnalo la prima presa in giro sulle “multe” per le PA ritardatarie.
Il comunicato stampa del Governo diche che: “Viene introdotto un indennizzo monetario a carico delle P.A. in ritardo nella conclusione dei procedimenti amministrativi. Se il titolare del potere sostitutivo (cioè chi subentra al funzionario ‘ritardatario’) non conclude la procedura, scatta un risarcimento pari a 50 euro al giorno fino a un massimo di 2.000 euro. Se non liquidata, la somma può essere chiesta al giudice amministrativo con una procedura semplificata.”
Strappati i titoli dei giornali, la realtà dice che: 1) i tempi per la risarcibilità AUMENTANO e, per assurdo, non si sa di quanto, dato che – se l’italiano non è un opinione – bisognerà attendere èer vedere SE il “titolare del potere esecutivo” conclude la procedura, evidentemente subentrando a ritardo conclamato del sostituito; 2) se non paga (chi? il funzionario o più probabilmente la PA) si va al TAR, con conseguente aumento del carico dei giudici e rallentamento delle cause ordinarie che magari coinvolgono interessi dei cittadini per migliaia di euro a fronte di potenziali, 50/100 euro della soddisfazione personale dell’utente che andranno in “procedura semplificata”; 3) e infine, se il funzionario o l’amministrazione eccepiscono carichi di lavoro eccessivi, tagli all’organico, blocco dello straordinario e/o del turn over, il TAR sarà “costretto” a non condannare per “causa di forza maggiore”? E in quel caso, chi le paga le spese legali del giudizio promosso dal cittadino a fronte del – comunque conclamato – ritardo? Indovinate un pò?
Attendiamo e leggiamo, ma temo che insieme a interventi validi, ve ne siano (molti) altri, inutili, quando non dannosi
Scritto il 18-11-2013 alle ore 18:12
Il 3° capoverso è lo specchio della realtà.
La domanda che mi vien spontanea: Ma l’Italia che per la burocrazia e questi giochetti si è sempre distinta, e ha sempre pagato (cioè gli italiani ci hanno rimesso), ora che gli stranieri pensano sia meglio ritirarsi dal Paese, gli italiani (imprenditori, ovviamente) pensano sia meglio spostarsi all’ estero, i politici ce la raccontano bella mentre i lavoratori riempiono le iscrizioni alla disoccupazione e quelli ancora fortunati stanno pregando per la liquidità della Cassa integrazione, CE LA FARA’ a non diventare un Paese disperato con buona pace (se non si stanno rigirando nelle tombe) dei Garibaldi, dei Cavour, e degli altri del XIX sec.?