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Riccardo Pallotta

Diritto e Realtà: un difficile rapporto

Il Blog di Riccardo Pallotta

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Postilla » Diritto » Il Blog di Riccardo Pallotta » Pensioni » L’approssimazione e l’incertezza

18 marzo 2013

L’approssimazione e l’incertezza

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Quante volte, nell’affrontare l’esame di una nuova norma o circolare, ci è capitato di rilevare errori marchiani o disposizioni prive della benché minima fattibilità: anzi, se volete, indicatemi nei vostri commenti qualche recente esempio che vi ha “toccato”.

Ci si dice che l’eccesso di regolamentazione e la burocrazia sono la palla al piede del cosiddetto “sistema Italia”, ma secondo me il vero problema è la totale assenza di una analisi preventiva sull’impatto della regolamentazione. Un’analisi, di natura eminentemente tecnica, che come tale deve essere si svolta da amministratori o giuristi, ma anche – e necessariamente – dai tecnici (o esperti) di volta in volta coinvolti dagli effetti concreti della futura disposizione normativa.

Per questo è stato ancor più “triste” vedere l’approssimazione con la quale questo Governo di tecnici ha (mal)gestito molte delle sedicenti riforme epocali che ha varato: da quella del mercato del lavoro a quella del sistema previdenziale per fare un paio di esempi. Creando, per di più, inutili tensioni sociali con casi come la vicenda (tutt’altro che conclusa) degli esodati, o quella dell’iniquo mutamento in corsa dei requisiti di accesso alle pensioni di inabilità INPS attraverso un codicillo di un allegato ad una circolare.

Infatti, se è vero che le norme non vengono elaborate dai vertici “politici”, ma dalle loro strutture amministrative sarebbe stato lecito attendersi che – quando l’incarico ministeriale ed i connessi poteri di vigilanza vengano affidati a tecnici della materia – questi non si limitassero a firmare provvedimenti senza leggerli (o comprenderli nella loro portata o nei loro effetti).

Per non dire del clima di incertezza che viene a generarsi in capo a chi debba orientarsi in questi meandri non solo per sé, ma per fornire un adeguato ed efficiente servizio consulenziale al cittadino; o della conseguente – inevitabile – amplificazione del ricorso alla giurisdizione per dirimere e chiarire problematiche che – mutando un termine medico – potremmo definire inutilmente e colposamente “autoindotte”.

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